Cosa sappiamo sul passaporto vaccinale, il Green Pass?
- Green Pass, il passaporto vaccinale sarà attivo entro l’1 giugno.
- Green Pass permetterà di spostarsi tra gli Stati membri dell’UE a determinate condizioni.
- L’economia e l’attività turistica verrà rilanciata sì ma attenzione a non dimenticare che ci sono ancora delle questioni scientifiche in sospeso che non permettono di abbassare la guardia.
È da più di un anno che conviviamo con il Covid-19 e i rischi correlati, molte le restrizioni con cui continuiamo a convivere, tante le rinunce fatte e i viaggi – le opportunità di svago ambite durante l’anno – rientrano tra queste.
Oggi però l’attenzione si sposta verso il loro rilancio e di conseguenza anche delle attività economiche enormemente compromesse. Come? Tramite un passaporto vaccinale chiamato Green pass che sarà attivo entro l’1 giugno.
Green Pass, il passaporto vaccinale
Desiderare di viaggiare non sarà più un’immagine lontana, entro l’1 giugno sarà pronto il passaporto vaccinale, il Green Pass: un sistema operativo tramite app che permetterà di muoversi all’interno degli Stati membri dell’UE in vista della stagione estiva.
Per poterne usufruire sarà indispensabile:
- essere vaccinati con un farmaco riconosciuto dall’EMA;
- dimostrare di essere guariti dal virus;
- essere negativi al Covid-19 tramite un test nelle 48 ore prima della partenza.
Secondo Thierry Breton, Commissario UE per il Mercato Interno, “dovrà essere implementato dagli Stati membri per raggiungere la piena operatività nel mese di luglio”.
Questo significa che le frontiere saranno riaperte, che ci si potrà spostare in sicurezza pur non abbassando la guardia e mantenendo sempre le dovute precauzioni.
Il Green Pass resta una misura temporanea che verrà sospesa quando l’OMS dichiarerà la fine dell’emergenza sanitaria internazionale e ciò a cui si mira è il principio di non discriminazione “nei confronti delle persone non vaccinate”.
I benefici che se ne traggono sono sia in termini economici ma anche emotivi e sociali, si potrà tornare ad incontrarsi, a lavorare di presenza abbandonando lo smart working, frequentare i luoghi pubblici, stare vicino ai propri cari e alle categorie più fragili.
Il Green Pass potrebbe altresì ‘spingere’ coloro che sono riluttanti al vaccino, a vaccinarsi.
Abbiamo parlato dei ‘pro’ ma non mancano i ‘contro’: questi passaporti potrebbero ‘incentivare’ erroneamente dei comportamenti poco preventivi che potrebbero condurre ad un aumento dei contagi. Si potrebbe rinunciare alle mascherine, al distanziamento, all’igiene delle mani.
Ricordate che ancora ci sono delle domande in fase di studio sulla durata dell’immunità naturale dal Covid-19 e quella indotta dai vaccini. I vaccinati – per ipotesi – potrebbero contagiare ancora chi non è vaccinato.
Ottenere il Green Pass non è un ‘via libera’ per dimenticare tutti i comportamenti che prevengono la trasmissione di SARS-CoV-2.