Roche centra gli obiettivi di fatturato in Italia: 957 milioni di euro, in crescita nel 2017
Si conferma la leadership in onco-ematologia e ottimi i risultati anche in reumatologia e nelle malattie respiratorie.
Per il quarto anno consecutivo, Roche S.p.A. chiude in crescita con un fatturato complessivo che raggiunge i 957,5 milioni di Euro (+0,7% rispetto all’anno precedente). Un risultato comunque brillante in considerazione dell’arrivo sul mercato dei primi biosimilari in ematologia e nonostante l’impatto del payback ospedaliero.
A trainare la crescita, tutte le aree ad alto tasso di innovazione a partire dall’onco-ematologia, in particolare nel carcinoma mammario HER2 positivo, passando per le malattie respiratorie fino ad arrivare alla reumatologia.
Roche si avvia, così, a festeggiare i 120 anni di presenza in Italia, rafforzando ulteriormente il proprio posizionamento di azienda leader nella ricerca e impegnata a favorire un ampio accesso all’innovazione per i pazienti con poche o nessuna soluzione terapeutica.
A livello mondiale, i solidi investimenti in ricerca e sviluppo portano Roche ai vertici del settore con una delle pipeline più promettenti: oltre 56 molecole anche in fasi avanzate. Tra le aree per cui è intensa l’attività di ricerca l’onco-ematologia, le malattie rare e le neuroscienze con importanti filoni nell’Alzheimer, nel Parkinson e nella sclerosi multipla. L’affiliata italiana gioca un ruolo da protagonista in questo percorso di avanzamento scientifico grazie alla collaborazione con i centri di eccellenza di cui è ricco il nostro Paese.
In Italia, ogni anno, Roche investe 40 milioni di euro in ricerca scientifica. Solo nel 2017 si sono registrati 217 studi clinici, con un vantaggio concreto non solo per i centri di ricerca coinvolti, oltre 220, ma anche per gli 11.530 pazienti che hanno così potuto beneficiare di un percorso diagnostico specifico e di cure all’avanguardia senza alcun costo a carico delle famiglie o del Servizio Sanitario Nazionale. Tra le aree di maggior impegno l’oncologia, con oltre 153 sperimentazioni all’attivo nel nostro Paese e circa 20 molecole in studio, e il Sistema Nervoso Centrale con il coinvolgimento di circa 75 centri per lo sviluppo di 19 studi clinici. In quest’area in particolare lo studio di cure per l’Alzheimer impegna 21 centri di ricerca attraverso la sperimentazione per le molecole crenezumab e gantenerumab, che potrebbero dare una speranza concreta agli oltre 600.000 italiani affetti da questa patologia.
L’impegno di Roche nel campo della ricerca è vero e proprio imperativo, come testimonia il sostegno alla ricerca indipendente, ovvero quella condotta da enti pubblici o privati su cui l’azienda non vanta alcun diritto, e verso i giovani. Il programma Roche per la Ricerca, in soli due anni, ha finanziato in Italia i progetti di 16 ricercatori per un valore superiore ai 1,5 milioni di euro.
Sul fronte della sostenibilità del Sistema Salute, area in cui da oltre un decennio Roche è precursore, anche nel 2017 l’azienda ha confermato la propria attenzione e impegno dimostrando ancora una volta un profondo spirito di collaborazione istituzionale attraverso la raccolta e la trasmissione tempestiva ad AIFA di tutti i dati relativi al 2016 per il pagamento del payback ospedaliero, ovvero la quota parte in capo alle aziende farmaceutiche per lo sforamento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera.
“Siamo consapevoli della necessità di contribuire alla sostenibilità del nostro servizio sanitario e non è un caso che siamo stati i primi a pagare la prima tranche del payback relativo al periodo 2013-2015, facendoci carico della quota più alta del settore, nonostante le perplessità che nutriamo su questa misura che non si trova la forza di superare o riformare. Penalizzare le aziende che fanno ricerca scientifica d’avanguardia, che si impegnano per offrire soluzioni terapeutiche dove non ne esistono e offrono nuove prospettive di vita e cura a pazienti che non le avevano dovrebbe essere evitato con ogni mezzo in un Paese illuminato – commenta Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche S.p.A.. Le aspettative per una nuova Governance del Sistema sono state in larga parte disattese e la mancanza di un quadro preciso in cui operare limita gli investimenti delle aziende a fronte anche delle incertezze legate allo scenario politico”.
Ciò nonostante, il 2018 si preannuncia per Roche all’insegna delle novità, con lanci di farmaci innovativi trasversalmente in tutte le aree terapeutiche in cui opera: oncologia, neuroscienze ed emofilia. In particolare, alte sono le attese per l’ingresso sul mercato di Ocrevus®, un farmaco indicato a livello europeo per i pazienti con sclerosi multipla recidivante e sclerosi multipla primariamente progressiva, che segnerà l’importante ritorno di Roche in un’area che l’ha vista storicamente protagonista con il lancio della prima benzodiazepina. L’arrivo di Alecensa® potrebbe invece rappresentare un significativo passo avanti nel contrastare il rischio di progressione nel carcinoma polmonare, a conferma dei numerosi progressi nel campo dell’immunoterapia. Non da ultimo, il prossimo arrivo di Hemlibra®, recentemente approvato dal CHMP e il cui arrivo sul mercato potrebbe prevedere un’anticipazione visto l’iter accelerato che gli è stato riconosciuto, rappresenta uno storico passo avanti per i pazienti che soffrono di emofilia A, che dopo quasi 20 anni potranno finalmente disporre di una nuova cura per gestire questo disturbo emorragico che impatta significativamente sulla qualità di vita dei pazienti.
Per contro il risultato economico atteso per il 2018 potrebbe risentire dell’arrivo di nuovi biosimilari e delle azioni che saranno messe in campo per razionalizzare il portafoglio dei prodotti maturi così da liberare risorse da impiegare per una migliore focalizzazione sulle nuove aree e le terapie ad alto grado di innovazione.
“Il 2018 sarà per Roche Italia un anno sicuramente entusiasmante per il significativo numero di lanci di nuovi prodotti capaci di cambiare la qualità di vita di pazienti e dei loro famigliari, frutto di una filosofia e una storia lunga 120 anni– conclude Maurizio de Cicco – Al contempo, le sfide di mercato e i potenziali cambiamenti dell’assetto politico-istituzionale ci richiederanno molti sforzi, energie e risorse per continuare a garantire le migliori soluzioni di salute agli italiani e assicurare un impatto positivo sulla produttività del Paese. Sul fronte della responsabilità sociale, infine, la recente nascita di Fondazione Roche rappresenta un segnale significativo della nostra volontà di dare continuità d’azione all’impegno per la creazione di valore condiviso per tutta la comunità”.
Presieduta dalla Professoressa Maria Pia Garavaglia, da sempre fautrice del principio universalistico del SSN, la Fondazione Roche si pone l’obiettivo di dialogare con le Istituzioni, contribuire alla ricerca indipendente e sostenere le associazioni e le realtà no profit. A testimonianza dell’impegno di tutto il Gruppo Roche nella tutela della salute e dei diritti della persona-paziente, la Fondazione è espressione di tutte e tre le divisioni presenti in Italia (Roche S.p.A., Roche Diagnostics S.p.A. e Roche Diabetes Care Italy S.p.A.).