Variante inglese del Covid-19, “più contagiosa dal 50% al 74%”
Uno studio ha confermato che il nuovo ceppo del coronavirus apparso nel sud dell’Inghilterra, soprannominato VOC 202012/01, «potrebbe essere dal 50% al 74% più trasmissibile», secondo Nick Davies, biologo della London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM).
Lo studio non è stato ancora pubblicato su una rivista scientifica ma conferma le stime presentate lunedì scorso in una conferenza stampa dai ricercatori del NERVTAG che ha stimato un aumento della contagiosità del «50% al 70%».
Si ritiene che la nuova variante di Sars-Cov-2 sia alla base dell’aumento del numero deo casi nel sud-est dell’Inghilterra nelle ultime settimane. Rilevata lo scorso settembre, la variante ha 22 mutazioni sul suo genoma.
Tra questi, ce n’è uno che ha attirato l’attenzione degli scienziati: chiamato N501Y, si trova nella proteina Spike del coronavirus. È proprio questa proteina che consente al virus di attaccarsi ed entrare nelle cellule umane per infettarle.
In totale, un quarto delle nuove infezioni rilevate a novembre nelle zone colpite sono legate a questa variante. A dicembre è stato coinvolto quasi il 60% delle contaminazioni. «Se la tendenza attuale continua, la nuova variante potrebbe rappresentare il 90% dei casi entro la metà di gennaio», ha anticipato Nick Davies.
Lo studio non ha riscontrato una maggiore pericolosità di questa mutazione. I ricercatori non hanno «trovato alcuna prova che gli individui che contraggono la nuova variante siano a maggior rischio di ospedalizzazione o morte».
Ci si aspetta, però, un «forte aumento» del numero di casi nelle prossime settimane. «Il recente aumento del numero di infezioni potrebbe continuare e diffondersi in tutte le parti del Regno Unito senza un’azione tempestiva».
Si prevede che «il numero di ricoveri e decessi dovuti al Covid-19 raggiungerà livelli più elevati nel 2021 rispetto a quelli osservati nel 2020».
Per far fronte a questa nuova situazione, i ricercatori chiedono che la campagna di vaccinazione «acceleri in modo significativo» e che le scuole chiudano a gennaio per «ridurre sostanzialmente il bilancio».