Quali sono i campanelli d’allarme dell’Alzheimer?
Allo stato attuale non si può parlare di guarigione, ma anticipare l’Alzheimer si può: osservandone i suoi campanelli d’allarme. Come un gioco a scacchi, basta anticipare la mossa avversaria.
I CAMPANELLI D’ALLARME DELL’ALZHEIMER
Un processo degenerativo che colpisce man mano le cellule celebrali, cui rimedi di cura non sono stati ancora messi a punto.
L’Alzheimer provoca un progressivo declino cognitivo, comportamentale e della sfera sociale, oltre che della persona stessa.
È l’Alzheimer Association statunitense ad aver messo a punto una serie di campanelli d’allarme a cui fare attenzione.
Disorientamento nel tempo e nello spazio: il malato d’Alzheimer può perdere la strada di casa, non sapere dove si trova e come ha fatto a raggiungere quel determinato posto.
Difficoltà nel pensiero astratto: riconoscere i numeri o compiere i calcoli può essere impossibile.
Diminuzione della capacità di giudizio: il malato d’Alzheimer può vestirsi in modo inappropriato, per esempio con capi invernali in una giornata estiva (e viceversa).
Difficoltà nelle attività quotidiane: il malato d’Alzheimer potrebbe aver preparato un pasto e aver dimenticato di servirlo ma anche di averlo fatto.
Cambiamenti di umore o di comportamento: questi sbalzi sono repentini e senza una ragione apparente.
Mancanza di iniziativa: il malato d’Alzheimer la perde progressivamente in molte o in tutte le sue attività.
Cambiamenti di personalità: il malato d’Alzheimer può cambiare drammaticamente la personalità: da tranquillo, diventa irascibile, sospettoso o diffidente.
La cosa giusta nel posto sbagliato: può mettere gli oggetti in luoghi davvero singolari, come un ferro da stiro nel congelatore o un orologio da polso nel barattolo dello zucchero e non ricordarsi che siano finiti lì.
Problemi di linguaggio: può capitargli di dimenticare parole semplici sostituendole con altre improprie.
Perdita di memoria: tale da compromettere l’attività lavorativa, la dimenticanza può essere frequente o può apparire confusione mentale. Queste sono le spie che qualcosa non va.
Ma evitare o ritardare la malattia si può: ad indicarlo sono più di 400 studi. Gli antidoti?
Una vita mentalmente attiva, la prevenzione del diabete, l’ipertensione, la depressione e i traumi alla testa e un’adeguata gestione dello stress.
La scolarizzazione sembra rivestire un elemento essenziale secondo i ricercatori cinesi.
Da non trascurare l’esercizio fisico, il mantenimento del peso forma e l’adeguato apporto di vitamina C nella dieta.
I ricercatori cinesi evidenziano anche l’opportunità di evitare (ove possibile, a scopo precauzionale) il ricorso alla terapia ormonale sostitutiva (dopo la menopausa) e l’uso degli inibitori dell’acetilcolinesterasi (usati per la cura della miastenia gravis e nelle forme lievi e moderate di Alzheimer). [Fonte: Fondazione Umberto Veronesi]