Il Covid-19 è più letale dell’influenza stagionale, lo dicono i numeri
Il Covid-19 è più letale dell’influenza stagionale. E lo ha dimostrato la CNN con un articolo in cui ha pubblicato una serie di numeri.
Innanzitutto, il nuovo coronavirus ha ucciso più di 210.700 persone negli Stati Uniti d’America in otto mesi, secondo la Johns Hopkins University. Si tratta di una media di oltre 867 morti per Covid-19 al giorno negli USA dalla prima morte nota il 6 febbraio.
L’influenza, invece, ha ucciso circa 22mila persone negli Stati Uniti durante l’ultima stagione influenzale, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Inoltre, mentre «il momento esatto e la durata delle stagioni influenzali possono variare», afferma il CDC, la maggior parte dei casi si verifica tra ottobre e maggio. Se 22mila persone morissero tra il 1° ottobre e il 31 maggio, si tratterebbe di una media di circa 91 decessi per influenza al giorno nell’arco di otto mesi.
E in soli otto mesi, il Covid-19 ha ucciso più persone rispetto all’influenza durante le ultime cinque stagioni influenzali messe insieme.
Ci sono molti altri motivi per cui il Covid-19 è più pericoloso dell’influenza e perché sono necessarie ulteriori precauzioni:
Il coronavirus è molto più contagioso dell’influenza
Studi scientifici hanno mostrato che una persona con l’influenza infetta in media circa 1,28 altre persone. Invece, senza le misure di contenimento e i comportamenti corretti, il nuovo coronavirus infetta in media circa 2 – 3 persone. Il coronavirus, poi, può diffondersi per molti giorni senza provocare alcun sintomo.
Con l’influenza, il periodo di incubazione è relativamente breve. Le persone in genere cominciano a sentirsi male da uno a quattro giorni dopo l’infezione, con sintomi che spesso si manifestano entro due giorni. Ciò significa che le persone che si ammalano di influenza sanno di essere malate abbastanza presto e probabilmente restano a casa, evitando il contatto con gli altri.
Ma il periodo di incubazione con il coronavirus va dai 3 ai 14 giorni e «i sintomi compaiono tipicamente entro quattro o cinque giorni dopo l’esposizione», secondo la Harvard Medical School.
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