Sclerosi sistemica: cos’è, sintomi, cause, trattamento
Quando si parla di sclerosi sistemica, si inquadra una malattia del tessuto connettivo che coinvolge sia l’intero sistema vascolare, sia la cute, senza dimenticare gli organi interni. Risulta diffusa soprattutto tra le donne di età compresa fra i 30 e i 50 anni. Si tratta di una malattia autoimmune. Scopriamo, nelle prossime righe, come si manifesta e come trattarla.
Cause
Essendo una patologia autoimmune, la sclerosi sistemica, come specificano anche gli esperti del gruppo Humanitas, ha una genesi multifattoriale. Quando si parla di questo argomento, è nodale chiamare in causa l’intervento di fattori che provocano la produzione di anticorpi noti come anti-Scl70. Questi ultimi, attaccano sia la cute, sia i polmoni, causando l’insorgenza di fibrosi polmonare.
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Sintomi
Cosa si può dire in merito ai sintomi della sclerosi sistemica? Che, come accennato precedentemente, coinvolgono diverse parti del corpo. Ecco quali e in che modo:
- Cute: per quanto riguarda questo distretto del corpo, è il caso di ricordare che la sclerosi si manifesta con fenomeni di ispessimento e indurimento della cute. Tra i segnali da non trascurare è possibile citare la retrazione delle dita delle mani, che assumono una posa molto simile a quella degli artigli.
- Reflusso gastroesofageo
- Sindrome da malassorbimento
- Polmoni: insorgenza di sindrome restrittiva da fibrosi polmonare
Diagnosi
Perché si possa parlare di sclerosi sistemica, il quadro clinico del paziente deve soddisfare diversi criteri. Tra questi, è possibile citare la presenza di edemi a livello delle mani, la produzione degli anticorpi sopra ricordati e il cosiddetto fenomeno di Raynaud, ossia un vasospasmo a livello della mano.
Trattamento
Il trattamento della sclerosi sistemica si rivolge ai distretti specifici in cui la malattia si manifesta. Ricordiamo per esempio che, nel caso del fenomeno di Raynaud, si può ricorrere alla somministrazione di farmaci calcio-antagonisti. Per affrontare l’ipertensione polmonare isolata, invece, gli specialisti posso optare per il ricorso a farmaci inibitori delle endoteline, proteine che costringono i vasi sanguigni provocando un innalzamento della pressione.
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