Pressione diastolica: cos’è e quali sono i valori normali
La pressione diastolica, che viene chiamata in causa in opposizione alla pressione sistolica, è la pressione ematica misurata mentre il cuore si trova in una fase di rilassamento. Quest’ultima, detta anche diastole, si contraddistingue per l’arrivo del sangue ai vasi ematici del cuore.
Quali sono i valori della pressione diastolica?
La pressione diastolica viene misurata utilizzando un bracciale che viene avvolto sul braccio e, come ben si sa, gradualmente gonfiato e sgonfiato. Nei momenti di gonfiore, viene impressa una pressione sulle arterie.
Il valore preciso viene preso nel momento in cui il bracciale è completamente sgonfiato e ricomincia la normale circolazione ematica. La pressione sistolica, invece, viene misurata nel momento in cui il sangue ritorna all’arteria.
Tornando un attimo a quella diastolica, ricordiamo che la sua misurazione è data dal valore più basso che viene preso nel corso del processo sopra ricordato. Quali sono i valori ottimali? I parametri corretti sono considerati pari a 90 mmHg.
LEGGI ANCHE: Aumento di peso rapido? Ecco tre cause comuni
Pressione diastolica: quali sono le conseguenze dei valori troppo alti?
Nei casi in cui la pressione diastolica supera la soglia sopra menzionata, si ha a che fare con l’ipertensione. Oltre all’aumento dei valori della pressione arteriosa, si può avere a che fare con altri sintomi. Ecco quali:
- Mal di testa o vertigini
- Fiato corto
- Dolore al petto
- Ronzio costante all’orecchio
- Problemi di vista
In questi frangenti, è molto importante prendere in considerazione la storia familiare della singola persona. Fondamentale è infatti ricordare che nelle persone i cui genitori hanno sofferto di ipertensione hanno un rischio maggiore del 30% circa di avere a che fare con questa problematica.
LEGGI ANCHE: Sigarette al mentolo: perché sono pericolose?