Coronavirus: gli asintomatici contaminano tutto quello che toccano
I pazienti che non presentano sintomi ma che sono comunque stati infettati da Coronavirus possono contaminare gli oggetti che toccano (p.e. la biancheria da letto e le maniglie delle porte).
I risultati di uno studio USA
A sottolinearlo ci ha pensato un recente studio condotto da esperti USA e pubblicato sulla pagina del sito ufficiale dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention). Gli esperti che l’hanno condotto si sono focalizzati in particolare sulla situazione di due studenti cinesi che studiavano all’estero e che sono tornati nel loro Paese il 19 e il 20 marzo.
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Il giorno del loro arrivo in Cina, nessuno dei due presentava febbre o sintomi clinici. Entrambi i ragazzi sono stati trasferiti in un hotel per trascorrere la quarantena. In quel momento, avevano temperature corporee rientranti nella normalità. Nello specifico, il primo paziente aveva una temperatura pari a 36,3°C, mentre quella del secondo misurava 3,5°C. Inoltre, al momento del check-in in hotel nessuno dei due ragazzi presentava altri sintomi del Covid-19.
Nel corso del periodo di quarantena, al personale medico è stato dato il compito di monitorare le temperature corporee dei due pazienti alla mattina e al pomeriggio. Nelle ore mattutine del giorno successivo all’inizio della quarantena, non presentavano febbre. Il tampone, però, ha permesso di scoprire la loro positività al Covid-19.
A seguito della conferma della loro infezione, sono stati prelevati campioni da vari oggetti siti presso le loro camere d’albergo (p.e. gli interruttori e le maniglie delle porte). Dati alla mano, su 8 campioni su 22 è stata rilevata la presenza del virus.
I risultati in merito hanno sorpreso gli esperti soprattutto per un motivo, ossia il fatto che i due ragazzi erano rimasti meno di 24 ore nell’hotel. Entrando nel dettaglio, ricordiamo che i campioni presi da cuscini e lenzuole presentavano una carica virale particolarmente accentuata. Questo, a detta degli studiosi, rappresenta l’ennesima conferma del potenziale di contagiosità dei pazienti pre-sintomatici.
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