Coronavirus: è meglio asciugarsi le mani con la carta o con l’aria calda?
Questi mesi all’insegna dell’emergenza Coronavirus ci hanno abituati – mai quanto prima – a fare attenzione ad alcuni gesti di barriera, come per esempio il fatto di lavarsi le mani più volte al giorno e in maniera approfondita.
Una volta completata questa pratica igienica (che dovrebbe essere associata al fatto di non portare le mani alla bocca o agli occhi e all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale), bisogna ovviamente procedere all’asciugatura.
Come gestirla? Secondo uno studio britannico, l’alternativa migliore prevede il fatto di ricorrere alla carta. Vediamo qualcosa di più in merito nelle prossime righe.
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Coronavirus: lo studio inglese sull’asciugatura delle mani
Un team di ricercatori dell’Università di Leeds – il cui lavoro avrebbe dovuto essere presentato nel corso del Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive di Parigi – ha sottolineato che asciugarsi le mani con la carta risulta più efficace al fine della rimozione degli eventuali germi rimasti sulla pelle dopo il lavaggio.
Gli esperti sono giunti a questa conclusione monitorando la situazione di 4 volontari che sono stati sottoposti al contatto con un fungo batteriofago non dannoso per l’organismo umano.
Sono stati successivamente invitati ad asciugarsi le mani – a seguito di un lavaggio superficiale – con un tovagliolo di carta e con un erogatore di aria calda. Lo step successivo ha previsto il contatto con diverse superfici di un ambiente ospedaliero, dalle quali sono stati prelevati dei campioni.
Il risultato? Le superfici toccate a seguito dell’asciugatura delle mani con l’erogatore ad aria calda erano dieci volte più contaminate. Gli autori dello studio hanno quindi concluso che gli asciugamani di carta dovrebbero rappresentare la soluzione principale da adottare per ridurre il rischio di contaminazione della pelle e di diffusione di organismi patogeni.
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