Coronavirus e idrossiclorichina, studio francese mette in guardia
Secondo un nuovo studio francese, il farmaco idrossiclorichina, descritto da Trump come un punto di svolta, non solo non ha aiutato i pazienti affetti da Coronavirus, ma ha causato anche notevoli complicanze cardiache.
Secondo il Dottor Paul Offit, specialista in malattie infettive presso l’Ospedale Pediatrico di Philadelphia, la ricerca sopra ricordata è la dimostrazione del fatto che il farmaco non è efficace contro il Covid-19.
Come sopra specificato, nelle settimane scorse il Presidente degli USA Donald Trump ha più volte citato il medicinale, descrivendolo come un’importante promesse per il futuro delle cure contro il Covid-19 e non menzionando in alcun modo possibili complicanze.
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L’opinione dei medici
L’entusiasmo del capo della Casa Bianca ha avuto un ovvio rovescio della medaglia. I medici, infatti, hanno fatto presente che il farmaco deve essere ancora studiato per vedere se funziona e se soprattutto è sicuro.
La ricerca francese è un utile punto di riferimento in merito. Gli studiosi che l’hanno effettuato hanno esaminato le cartelle di 181 pazienti con Covid-19 e con la necessità di somministrazione di ventilazione polmonare.
Circa la metà aveva assunto idrossiclorochina nelle 48 ore successive al ricovero in ospedale. L’altra metà, invece, non era stata trattata con questo farmaco. I medici hanno seguito i pazienti e non hanno trovato una differenza statisticamente significativa per quanto riguarda i tassi di mortalità e la probabilità di essere ricoverati nel reparto di terapia intensiva.
Lo studio, come sopra specificato, ha sollevato importanti preoccupazioni in merito alla sicurezza dell’idrossiclorochina, utillizzata per decenni per il trattamento di pazienti con patologie come la malaria e il lupus.
Diversi medici in Brasile e in Svezia hanno messo in allerta in merito alla sicurezza della clorochina, un farmaco molto simile che in alcuni casi può causare problemi cardiovascolari. Nello studio sopra citato, di 84 pazienti trattati con l’idrossiclorochina il 20% è stato ricoverato in terapia intensiva o è deceduto a seguito dell’assunzione del farmaco.
Nel gruppo non trattato con questo medicinale, a finire in terapia intensiva sono stati il 22% circa dei soggetti. La differenza, ribadiamo, è stata giudicata statisticamente non significativa e, secondo i medici, non sufficiente a giustificare l’utilizzo dell’idrossiclorochina su pazienti ospedalizzati per Covid-19.
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