Coronavirus: il vaccino potrebbe essere disponibile a settembre
Un vaccino contro il Coronavirus potrebbe essere disponibile a settembre. A dirlo è la Dottoressa Sarah Gilbert, docente di vaccinologia presso l’Università di Oxford. L’esperta sta guidando un team che si occupa dello sviluppo di un vaccino contro il Covid-19.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Times, la Gilbert ha fatto presente che lei e il suo team di lavoro hanno già creato un potenziale vaccino contro il Coronavirus e che i test sull’uomo dovrebbero iniziare entro due settimane.
LEGGI ANCHE: Coronavirus: quali sono i principali fattori di rischio per il Covid-19?
I prossimi passi
Sempre nel corso dell’intervista al celebre quotidiano, la Gilbert ha ricordato che la maggior parte degli esperti afferma che per sviluppare un vaccino efficace e per distribuirlo a livello globale ci vogliano circa 18 mesi.
A suo dire, però, infettando rapidamente volontari che vivono in zone del mondo dove non sono state messe in atto misure di contenimento si potrebbe accelerare il processo di sperimentazione clinica.
La Gilbert ha specificato che, qualora uno di questi luoghi dovesse rivelarsi ad alto tasso di trasmissione clinica, sarebbe possibile ottenere risultati efficaci molto rapidamente e mettere in atto una strategia utile per ridurre i tempi.
LEGGI ANCHE: Carabiniere morto per il coronavirus: aveva 57 anni.
La docente di Oxford ha altresì fatto presente che i blocchi rendono tutto più difficile dal punto di vista della sperimentazione, ma anche che l’obiettivo non è l’immunità di gregge.
Affinché il vaccino possa essere pronto in autunno, Gilbert ha sottolineato che il Governo deve iniziarne la produzione prima che si dimostri che funziona. Rispondendo alle domande dei giornalisti del Times, ha specificato che non è certo nei progetti del suo team arrivare a fine anno e scoprire di aver ottenuto un vaccino efficace ma di non avere modo di utilizzarlo sui pazienti.
Concludiamo ricordando che, sempre durante l’intervista, la Gilbert ha invitato i lettori a fare la propria parte rimanendo a casa e ha sottolineato la difficoltà del lavoro quotidiano dei medici e dei sanitari, in prima linea spesso senza le adeguate protezioni.
LEGGI ANCHE: Coronavirus: come curarsi a casa quando si è malati?