Coronavirus: le temperature calde fermeranno l’epidemia?
Le temperature miti tipiche della stagione primaverile potrebbero rappresentare un freno alla diffusione del Covid-19. Sono diversi gli orientamenti scientifici che lo suggeriscono. Nonostante questo, gli esperti hanno fatto presente che non basterà l’arrivo del caldo per fermare completamente l’epidemia.
In ogni caso, è bene ricordare che virus simili in passato sono stati interessati da un calo durante i mesi estivi. A porre l’accento su questo aspetto ci hanno pensato pure il Presidente USA Donald Trump e il principale consigliere scientifico del Governo britannico Patrick Vallance.
Come già accennato, i dati disponibili in merito sono limitati. Nonostante questo, sono diversi gli studi che suggeriscono che qualcosa di vero potrebbe esserci. Vediamo, nelle prossime righe, qualche dettaglio in merito.
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Gli studi cinesi sugli effetti del caldo sul Coronavirus
Quando si parla di studi sugli effetti che il caldo potrebbe avere sul Coronavirus è il caso di citare un lavoro che ha coinvolto professionisti dell’Università di Pechino e di quella di Tsinghua. Gli esperti in questione hanno preso in esame i dati della diffusione del SARS-CoV-2 in 100 città cinesi, scoprendo che l’alta temperatura e l’umidità elevata sono in grado di ridurre in maniera significativa la diffusione di Covid-19.
I ricercatori hanno notato che in tutte le città con numeri importanti di casi di Coronavirus – p.e. Wuhan, Tokyo e Milano – il clima viaggia su medie comprese tra i 5 e gli 11°C. Per quel che concerne l’umidità, si parla invece di un range tra il 47 e il 79%.
Nell’articolo in cui si illustra lo studio – i dettagli sono stati pubblicati sul portale open data SSRN – avvertono che, nelle prossime settimane, l’epicentro dell’epidemia potrebbe spostarsi verso il Canada e il Nord Europa.
Degno di nota è un altro studio del MIT – caricato sullo stesso sito – che pone l’accento sul fatto che, fino al 22 marzo, la maggior parte dei contagi si è verificata in zone del mondo con una temperatura compresa tra i 3 e i 17°C. I ricercatori del MIT fanno però presente che ciò non significa che il Covid-19 non possa diffondersi in regioni calde e umide, motivo per cui dovrebbero essere messi in atto interventi di sanità pubblica in tutto il mondo finalizzati a rallentarne la trasmissione.
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