Coronavirus: i peti possono essere contagiosi o no?
Ormai è noto che il nuovo Coronavirus e il virus dell’influenza possono essere trasmessi attraverso le goccioline che emettiamo quando starnutiamo o tossiamo e che possono persistere per diverse ore nell’aria.
Altri virus, come per esempio gli adenovirus e i rotavirus, sono presenti invece nelle feci. Da qui nasce una domanda che può sembrare senza senso, ma che invece ha il suo perché: i peti sono contagiosi?
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La risposta della scienza
A cercare di chiarire la situazione in merito a questo interrogativo ci ha pensato uno studio i cui dettagli sono stati pubblicati sulle pagine del British Medical Journal. La rivista scientifica ha riportato le specifiche di un esperimento di Luke Toulez, microbiologo di Canberra (Australia).
L’esperto in questione ha chiesto a un collega di emettere peti a 5 metri di distanza da due piastre di Petri – i recipienti cilindrici in plastica o vetro che vengono utilizzati in laboratorio per ospitare le colture cellulari e le colonie batteriche – prima da vestito e una seconda volta con i pantaloni abbassati.
Nel corso delle ore notturne, i batteri normalmente presenti nell’intestino e sulla pelle hanno cominciato a germinare sulla superficie della seconda capsula di Petri. Cosa si può dire invece della prima? Che gli esperti non hanno visto germinare alcun batterio. Questo implica che i vestiti possono fungere da filtro.
Cosa si può dire in merito sul Covid-19? A rispondere a questo interrogativo ci hanno pensato alcuni scienziati di Tongzhou (un distretto di Pechino) che, tramite un messaggio su WeChat, hanno posto l’accento sul fatto che i peti non sono per forza un vettore di trasmissione del virus.
Hanno sottolineato anche il fatto che, oggi come oggi, non esistono studi scientifici che hanno dimostrato che il gas delle flatulenze è privo di particelle infettive. Hanno infatti avvertito che, nei casi in cui una persona emette gas in grandi quantità senza il filtro dei vestiti, la contaminazione può essere possibile.
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