Coronavirus: perdita del senso dell’olfatto e del gusto segnali da non trascurare
Una donna, risultata poi positiva al Coronavirus, aveva l’olfatto talmente compromesso da non riuscire a sentire l’odore del pannolino del suo bimbo. Lo stesso segnale è stato riferito da diversi pazienti cuochi che, da un giorno all’altro, si sono trovati in difficoltà a riconoscere l’odore del curry e dell’aglio e ad avvertire come insipidi anche piatti che non lo erano affatto.
Si potrebbe andare avanti ancora molto a raccontare le storie dei pazienti affetti da Covid-19 che, come riferito dal New York Times, hanno avuto a che fare con una forte compromissione dell’efficienza olfattiva. C’è chi non è più riuscito a sentire il profumo del proprio shampoo preferito e chi, invece, non ha avvertito il cattivo odore della lettiera piena del gatto di casa.
L’anosmia, ossia la perdita di senso dell’olfatto, è risultata essere un sintomo spesso riferito dai pazienti positivi al nuovo Coronavirus. Lo stesso si può dire per la compromissione del senso del gusto.
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Le raccomandazione degli otorini inglesi
Nei giorni scorsi, alcuni tra i più famosi otorini britannici hanno invitato chiunque dovesse avvertire problemi di efficienza dell’olfatto a mettersi in isolamento per 7 giorni anche se non presentano altri sintomi.
Anche se i dati relativi alla compromissione dell’olfatto e del gusto come segnali di infezioni da Coronavirus sono ancora pochi, i medici sono preoccupati e hanno messo in primo piano diversi avvertimenti a chi ha a che fare con questi sintomi.
Intervistata sempre dal New York Times, la Professoressa Claire Hopkins, Presidente della British Rhinological Society ha sottolineato che, grazie all’isolamento, chi ha a che fare con questo sintomo potrebbe, grazie all’isolamento, contribuire a salvare vite rallentando la trasmissione del virus.
La Hopkins e il Dottor Nirmal Kumar – Presidente di ENT UK, una delle associazioni di otorinolaringoiatri più importanti sul suolo britannico – hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per invitare gli operatori sanitari a utilizzare dispositivi di protezione individuale durante il trattamento dei pazienti.
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