Coronavirus, il mistero sull’origine animale e gli studi fatti finora
Con l’epidemia di Covid-19 che coinvolge ormai tutti i Paesi d’Europa e con l’Italia diventata zona protetta, gli scienziati si stanno ancora interrogando in merito alle specie animali che causano la trasmissione del Coronavirus Sars-CoV-2.
Coronavirus: cosa sapere sull’origine animale
Quando si parla della ricerca scientifica sul Coronavirus, è importante ricordare che, all’inizio del mese di febbraio, un team di ricerca cinese ha scoperto che un coronavirus isolato nel pangolino e il Sars-Cov-2 condividevano oltre il 99% del loro genoma.
A seguito della divulgazione di questa notizia, le informazioni in merito allo studio – i cui dettagli possono essere visionati a questo link – sono state corrette specificando che l’unico aspetto in comune riguarda il dominio legante il recettore della proteina S.
Altri due studi pubblicati lo stesso giorno di quello sopra citato hanno portato in primo piano il fatto che il virus responsabile della patologia Covid-19 condivide oltre il 90% del suo genoma con alcuni ceppi virali isolati dai pangolini malesi. Questa somiglianza, però, non permette di considerare il pangolino il principale host del virus.
Il caso della SARS
Per capire meglio la situazione è il caso di citare il fatto che, nel biennio 2002 – 2003 ai tempi dell‘epidemia di SARS, gli studiosi hanno scoperto che il virus condivideva circa il 99,8% del proprio genoma con un coronavirus isolato dagli zibetti, facendo di questo piccolo mammifero l’ospite intermedio del virus.
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La situazione attuale
Oggi come oggi, i pipistrelli sono ancora considerati l’origine più probabile del virus SARS-CoV-2. Un coronavirus isolato da questo mammifero volante è infatti molto vicino per quanto riguarda le caratteristiche del genoma al virus che sta coinvolgendo gli esseri umani.
Il nuovo Coronavirus potrebbe quindi essere passato dai pipistrelli agli esseri umani senza un ospite intermedio? Secondo il principale orientamento scientifico, questo non è possibile.
Chi è allora questo ospite intermedio che sfugge all’attenzione della scienza? Le pubblicazioni uscite fino ad ora sull’argomento sollevano diversi interrogativi e ne risolvono pochi. La strada della ricerca è ancora lunga.
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