Cancro al seno, i sintomi: quali sono e quando preoccuparsi
Il cancro al seno è una delle neoplasie più diffuse tra le pazienti di sesso femminile di diverse età. Per evitare di avere paura anche quando lo si sente semplicemente nominare, è importante conoscerlo e, per esempio, documentarsi sui sintomi che devono accendere l’allarme e sugli screening da effettuare.
Se vuoi conoscere tutti i dettagli in merito, seguici nelle prossime righe!
Tipologie di cancro al seno
Prima di entrare nel vivo dei sintomi del cancro al seno è il caso di ricordare che, come sottolineato anche dagli esperti dell’AIRC, la malattia può manifestarsi in diversi modi. Ecco quali:
- Carcinoma in situ (forma non invasiva)
- Neoplasia lobulare intraepiteliale (forma non invasiva)
- Carcinoma duttale (forma invasiva)
- Carcinoma lobulare (forma invasiva)
Stadi
Un altro aspetto da approfondire prima di parlare dei sintomi del tumore al seno riguarda gli stadi della malattia. Ecco quali sono:
- Stadio 0
- Carcinoma duttale in situ (DCIS)
- Stadio I
- Stadio II
- Stadio III
- Stadio IV
Fondamentale è specificare che, oggi come oggi, se il tumore viene preso precocemente, ossia allo stadio 0, la sopravvivenza a 5 anni è del 98%. Degno di nota a tal proposito è il numero delle ricadute, che varia fortemente a seconda della terapia a cui la paziente è stata sottoposta.
Sintomi
Dopo questa doverosa introduzione è arrivato il momento di capire quali sono i sintomi del cancro al seno che devono far preoccupare. Iniziamo a dire che, nella maggior parte dei casi, le forme precoci di cancro al seno non provocano dolore.
Si ricorda però l’importanza di fare tutti i mesi l’autopalpazione. In questo modo, infatti, è possibile trovare i noduli sia avvertibili al tatto sia visibili senza bisogno di ricorrere all’ecografia. In tali frangenti, si ha molto spesso a che fare con forme già avanzate del tumore.
Per questo motivo, è basilare sottoporsi agli screening periodici in modo da permettere al medico di avere un’idea chiara dei noduli presenti e di capire la loro natura. Nel corso delle visite è cruciale esporre al professionista tutti i dettagli relativi alle variazioni che coinvolgono il capezzolo, a partire dalle perdite (quando si presentano bilateralmente, nella maggior parte dei casi alla base c’è un fattore ormonale).
In tutto questo è comunque doveroso specificare che la stragrande maggioranza delle forme tumorali al seno – la cui diagnosi viene formalizzata con davanti l’esame citologico della biopsia – viene vista per la prima volta tramite la mammografia o, in caso di donne giovani, attraverso l’ecografia.