Come possiamo riconoscere qualcuno che ci sta dicendo una bugia?
Alcuni professionisti sanno come osservare il linguaggio del corpo e gli atteggiamenti per capire se qualcuno stia mentendo o dicendo la verità. Gli investigatori, ad esempio.
Per prima cosa cercano i segni più evidenti come l’arrossamento, la sudorazione anomala o il respiro affannoso e rapido.
Quando mentiamo, infatti, abbiamo paura di essere smascherati. Questo stress impatta sulle nostre ghiandole sudoripare collegate al sistema nervoso. Quindi, ciò provoca un picco di adrenalina che determina un aumento della frequenza cardiaca. Alcuni rilevatori di bugie si basano su queste reazioni.
Espressioni del viso e dei gesti
Le microespressioni che appaiono sul viso e tradiscono la menzogna si rivelano più difficli da rilevare. Si tratta di movimenti della testa molto veloci, di sopracciglia leggermente sollevate e della comparsa di linee sottili sulla fronte.
Le persone che mentono tendono anche a toccarsi il naso. Questo atto inconscio è forse guidato dalla scarica di adrenalina nei capillari del naso quando viene pronunciata la menzogna. I bugiardi, inoltre, tendono a toccarsi il collo, a coprirsi la boccao a pizzicarsi le labbra.
Gli occhi e la voce, i riflessi della bugia
Come riportato su Futura.Sciences.com, si dice che gli occhi siano il riflesso dell’anima. Quindi, anche se per alcuni ricercatori è una tesi dubbia, gli occhi potrebbero tradire una bugia. I destrimani tendono a spostare gli occhi a destra – attenzione, è il contrario per i mancini – quando non dicono la verità.
Inoltre, c’è chi batte le palpebre più velocemente del solito. O, al contrario, non battono ciglio, sperando così di ottenere il controllo dell’interlocutore. L’avversione al contatto visivo non sarebbe, poi, una prova di una menzagno. Un bugiardo, infatti, può guardare negli occhi per sembrare più sincero.
La voce, infine, può tradire, a causa di minime variazioni di frequenza nel flusso delle parole. Esistono, a tal proposito, dei software di analisi vocale che mirano a rilevare queste variazioni e, quindi, lo stress. Tuttavia, secondo alcuni studi scientifici, questi strumenti non sono affidabili al 100%.