Stare bene: essere ottimisti allunga la vita, lo dice uno studio
L’ottimismo allunga la vita. La conferma arriva da una ricerca scientifica condotta alla Boston University School of Medicine. Si tratta di uno studio di lunga durata, di circa 30 anni, avviato precisamente nel 1986 e conclusosi nel 2016, anno fino al quale si sono registrati i decessi.
Il campione su cui sono stati effettuate le ricerche è molto vasto e conta circa 70.000 mila donne, la maggior parte delle quali infermiere con un età compresa tra 58 e 86 anni, quindi con un età media di 70 anni seguite per 10 anni.
Il campione degli uomini contava invece 1400 soggetti di età compresa tra 41 e 90 anni, con un’età media 62 anni, seguiti in questo caso appunto per 30 anni.
Lo stesso campione è stato poi suddiviso in 4 gruppi, in base al grado di ottimismo dimostrato e seguito nelle sue abitudini e atteggiamenti più o meno positivi nei confronti della vita.
La dottoressa Lewina Lee, psicologa clinica del National Center degli Stati Uniti, è stata a capo del progetto di studio e i risultati ottenuti sono stati sorprendenti.
I risultati dello studio sull’ottimismo che allunga la vita
Il concetto dell’ottimismo che allunga la vita non è nuovo come oggetto di studio scientifico, ma in questo caso la validità della ricerca è da riscontrarsi non solo nel campione di studio estremamente vasto, ma anche nella lunga durata. I risultati sono stati pubblicati pochi giorni fa sulla rivista scientifica Proceedings of National Academy of Sciences.
Gli studiosi hanno constatato che coloro i quali hanno dimostrato maggiore ottimismo nell’affrontare la vita di tutti i giorni sono vissuti dall’11% al 15% in più rispetto a chi invece ha avuto tendenze alla depressione, all’abbattimento o comunque a un atteggiamento pessimista.
La conclusione a cui sono arrivati gli scienziati è chiara e suggerisce che essere ottimisti favorisce un’aspettativa di vita che può arrivare ad 85 anni e oltre. Una longevità che dagli studiosi è definita “eccezionale”, soprattutto nel caso in cui non ci sono malattie, si è autosufficienti e si ha una vita ancora attiva e ricca di stimoli.
Perché l’ottimismo allunga la vita
“L’ottimismo è una disposizione mentale a vivere le situazioni in modo positivo e una caratteristica psicologica che ci spinge a guardare il lato favorevole degli eventi”, spiegano gli esperti del portale PsicologiOnline.
Possono esserci svariate ragioni per cui l’ottimismo genera longevità.
Essere ottimisti è una delle caratteristiche psicologiche più positive che si possano acquisire nel corso della vita, in quanto difende dagli accumuli di stress.
È noto ormai da tempo quanto l’affaticamento mentale e fisico possa incidere negativamente sulla salute, sia dei più giovani che degli anziani.
L’ottimismo, in altre parole, tiene lontani o comunque difende in parte dalle malattie del secolo, quali infarti, ictus, colesterolo alto e dislipidemie in generale, nonché dall’aumento del cortisolo. Quest’ultimo è un ormone, soprannominato per l’appunto “ormone dello stress”, che incide negativamente su buona parte delle funzioni dell’organismo, provocando ipertensione, astenia, insonnia, obesità, fino a un abbassamento delle difese immunitarie.
Tutto questo può essere evitato con una propensione all’ottimismo, cioè alla capacità di non concentrarsi sugli aspetti negativi.
Le persone ottimiste hanno inoltre meno probabilità di arrendersi e si riprendono più rapidamente da problemi e battute d’arresto.
L’ottimismo e altri fattori che allungano la vita
Lo studio condotto alla Boston University School of Medicine con a capo la dottoressa Lee ha dimostrato che l’ottimismo può allungare la vita, senza però trascurare aspetti diversi altrettanto importanti che portano al traguardo della longevità.
La tranquillità economica, essere circondati da amici e famigliari, coltivare i rapporti sociali e le proprie passioni, attenersi a un’alimentazione sana ed equilibrata e anche il grado d’istruzione concorrono alla possibilità di vivere più a lungo.
L’ottimismo è certamente un propulsore potente a livello psicosociale nel portare avanti la vita in modo soddisfacente, senza mai abbandonarsi a se stessi.
Una buona qualità della vita è importante nel mantenere la propensione all’ottimismo.
E la terza o la quarta età possono essere vissute al meglio soprattutto se ci si arriva in buono stato di salute, o comunque senza disabilità.
La dottoressa Lee si dice convinta che questo studio possa dare una spinta a vivere meglio, preparando il periodo della pensione valorizzando i principi più sani, tra cui c’è sicuramente l’ottimismo.
Chi non lo possiede ha comunque la possibilità di acquisirlo o aumentarlo, coltivando un atteggiamento più positivo.
Molti sono infatti gli studi scientifici che dimostrano, come affermano anche gli studiosi che hanno condotto la ricerca in oggetto, che la positività si può aumentare, con tutti i benefici che ne conseguono.