I complimenti fanno davvero bene come si pensa? Ecco come stanno le cose
I complimenti sono spesso considerati il modo migliore per incoraggiare e valutare.
Eppure i complimenti sono tutt’altro che incoraggianti e possono persino essere controproducenti, anche per i bambini.
Come riportato su PourquoiDocteur.fr, i complimenti per il lavoro, la bellezza, la realizzazione di qualcosa sono sempre parole che giudicano. Certo, sono positivi ma mettono un’etichetta soprattutto sulla persona e sulle azioni compiute.
Se ci si complimenta con un dipendente, un figlio o un coniuge o un amico, si instaura una dipendenza emotiva al giudizio altrui. Lodandola, la persona prova pressione o angoscia per non esserne all’altezza.
I complimenti sono, quindi, soltanto una ricompensa per un comportamento, un risultato o un aspetto. Se i risultati non sono attesi, la persona avverte angoscia che può indurla a fare di tutto per ricevere un nuovo complimento fino al punto di mentire o nascondere qualcosa.
Piuttosto che complimentarsi (giudicare) è meglio incoraggiare senza mettere un’etichetta sulla persona o sul risultato.
Ovvero, si tratta di descrivere e sottolineare gli atti, gli sforzi, i sentimenti e gli interessi, senza esprimere giudizi.
Esempi: “Vedo che hai usato questo, puoi mostrarmi come hai fatto?” o “i tuoi sforzi sono stati ripagati!” o “grazie per il tuo aiuto, apprezzo molto la tua collaborazione“.
L’incoraggiamento contribuisce a lungo termine a migliorare la fiducia in se stessi e la motivazione interna e, soprattutto, a proteggere da un’eccessiva dipendenza dall’opinione altrui.