Papa Francesco affetto da polmonite bilaterale, cos’è e come si cura
La polmonite può determinare complicazioni in bambini molto piccoli, negli anziani o in persone con malattie concomitanti come, ad esempio, il diabete.
Sesto giorno di ricovero all’ospedale Gemelli di Roma per Papa Francesco, affetto da polmonite bilaterale.
La Sala Stampa della Santa Sede riferisce questa mattina, 20 febbraio, che il Papa ha trascorso serenamente le ore notturne. Ieri una tac toracica di controllo prescritta dall’equipe sanitaria vaticana e da quella medica del Policlinico Gemelli “ha dimostrato l’insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un’ulteriore terapia farmacologica”.
Numerosi e calorosi i messaggi di auguri per una pronta guarigione giunti al Papa. “Di umore buono”, il Pontefice “ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui”, riferiva la nota della Sala Stampa di ieri sera.
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Cos’è la polmonite bilaterale
Si parla di “polmonite bilaterale” quando entrambi i polmoni sono stati colpiti dalla patologia.
Come si legge sul sito internet dell’Istituto Superiore di Sanità, con il termine polmonite si indica lo stato di infiammazione del tessuto di uno o di entrambi i polmoni. È comunemente causata da un’infezione batterica ma può essere provocata anche da una infezione virale, fungina o dall’aspirazione di un corpo estraneo.
Al termine dei bronchi, “tubi” che trasportano fino ai polmoni l’aria introdotta tramite naso e bocca, si trovano delle piccole sacche piene di aria disposte a grappolo chiamate alveoli polmonari.
Gli alveoli permettono lo scambio di gas tra aria e sangue (ossigenazione del sangue). Nella polmonite gli alveoli si infiammano e si riempiono di liquido, rendendo difficile la respirazione e impossibili gli scambi tra aria e sangue.
I disturbi (sintomi) causati dalla polmonite possono comparire all’improvviso, nell’arco di 24-48 ore, o possono presentarsi più lentamente nel corso di parecchi giorni.
La polmonite è diffusa in tutto il mondo, ed è molto comune nei paesi in via di sviluppo.
Categorie più a rischio di ammalarsi
Alcune categorie di persone sono particolarmente a rischio di ammalarsi di polmonite: neonati o bambini molto piccoli; anziani; fumatori; persone con l’asma, la fibrosi cistica o con malattie del cuore, dei reni o del fegato; persone con il sistema immunitario indebolito, ad adempio, da una malattia recente (come l’influenza), dal virus dell’immunodeficienza umana (HIV), dall’AIDS o sottoposti a chemioterapia per la cura di tumori o in cura con farmaci che abbassano le difese immunitarie a seguito di un trapianto d’organo.
I sintomi
La presenza della polmonite viene diagnosticata mediante i sintomi raccontati dal paziente e attraverso l’auscultazione del torace, tuttavia, in alcuni casi, è necessario eseguire altri esami perché i sintomi della polmonite possono essere simili a quelli di altre malattie, quali, ad esempio, il comune raffreddore, la bronchite o l’asma.
I sintomi più comuni sono: tosse, che può essere secca o produrre un catarro denso, giallo-verdognolo, marrone, o chiaro mucoso, a volte striato di sangue; difficoltà respiratoria, la respirazione può essere rapida e superficiale e può dare la sensazione di avere “il fiato corto” come durante uno sforzo fisico; battito cardiaco accelerato (tachicardia); febbre; generico senso di malessere; sudorazione e brividi; perdita di appetito; dolori al petto, che peggiorano con la respirazione o mentre si tossisce.
In alcuni casi, ma raramente, può verificarsi l’emissione di sangue con la tosse (emottisi).
Se la polmonite appare grave, o se i sintomi non migliorano dopo 48 ore dall’inizio della cura, è necessario, di solito, effettuare una radiografia dei polmoni e anche degli esami aggiuntivi come l’esame microbiologico dell’espettorato (sputo) e/o analisi del sangue.
La polmonite si verifica più frequentemente nei mesi freddi, può presentarsi in una forma più grave in alcune categorie di persone quali gli anziani o i bambini molto piccoli.
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Le cause della polmonite
La polmonite, in genere, è causata da un batterio, lo Streptococcus pneumoniae, conosciuto anche come pneumococco. Anche altri batteri possono causare la polmonite come, ad esempio, l’Haemophilus influenzae, lo Staphylococcus aureus, la Legionella pneumophila.
Oltre alla polmonite di origine batterica, ne esistono anche altre forme: polmonite virale, più comunemente causata dal virus respiratorio sinciziale (RSV) soprattutto nei bambini di età inferiore ad un anno. Si presenta come una “bronchiolite” che colpisce i bronchi più piccoli. Altre cause di polmonite virale sono i virus influenzali di tipo A o B e i coronavirus; polmonite da aspirazione, causata dall’aspirazione nei polmoni di vomito, oggetti estranei, sostanze tossiche (ad esempio fumo o sostanze chimiche); polmonite fungina, rara, colpisce di solito le persone con un sistema immunitario indebolito; polmonite ospedaliera (o nosocomiale), si verifica durante il ricovero in ospedale di persone curate per altre malattie o sottoposte ad interventi chirurgici. Sono particolarmente a rischio gli individui ricoverati in terapia intensiva e sottoposti a respirazione artificiale (ventilazione meccanica). La polmonite ospedaliera è causata da diversi batteri, in particolare: Pseudomonas aeruginosa, Acinetobacter baumannii, Klebsiella pneumoniae.
Il trattamento farmacologico
Una polmonite non grave può essere curata in casa, sempre sotto controllo del medico di famiglia. La polmonite batterica va curata con antibiotici adatti, prescritti dal medico. Può anche essere utile riposare molto e bere molti liquidi.
In assenza di altre malattie tali indicazioni sono, in genere, sufficienti a portare alla guarigione, sebbene la tosse possa perdurare per diverso tempo dopo la scomparsa degli altri sintomi.
La polmonite batterica, normalmente, non è contagiosa e non esistono rischi per i familiari della persona malata. Tuttavia, è consigliabile che individui con il sistema immunitario debole (a causa dell’età, di una malattia già esistente, etc), evitino il contatto diretto con la persona malata.
Il ricovero ospedaliero può essere consigliabile per le persone considerate a rischio (anziani, bambini piccoli, etc) perché la polmonite potrebbe causare loro complicazioni gravi.
Le complicazioni
La polmonite può determinare complicazioni in bambini molto piccoli, negli anziani o in persone con malattie concomitanti come, ad esempio, il diabete.
Tra le complicazioni più comuni: setticemia (sepsi), si verifica quando i batteri responsabili della polmonite riescono a passare nel sangue, causando un’infezione grave generalizzata a tutto l’organismo; pleurite, compare quando si infiamma la sottile membrana (pleura) che riveste i polmoni e la parete interna del torace e può determinare un’insufficienza respiratoria; ascesso polmonare, complicazione rara della polmonite, che può insorgere nelle persone con altre malattie gravi o con una storia di alcolismo.
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