62 enne morta ad Ostia dopo liposuzione a causa della sepsi: cos’è e come si manifesta
La sepsi è una grave complicazione di un'infezione, caratterizzata da una risposta infiammatoria eccessiva dell'organismo che può danneggiare tessuti e organi, compromettendone il funzionamento.
In questi giorni, a causa di un drammatico fatto di cronaca, si è tornati a parlare della liposuzione e dei suoi rischi.
Come riporta l’Ansa, Simonetta Kalfus, una donna di 62 anni residente ad Ardea, vicino Roma, è morta il 18 marzo 2025 all’ospedale Grassi di Ostia a causa di una grave sepsi, dodici giorni dopo aver subito un intervento di liposuzione in una clinica privata della Capitale. L’autopsia effettuata all’istituto di medicina legale di Tor Vergata ha confermato che la morte è stata causata da una vasta infezione che ha danneggiato organi e tessuti.
La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati tre medici: il chirurgo che ha eseguito la liposuzione, un anestesista amico della donna, il medico dell’ospedale di Pomezia che aveva inizialmente dimesso la paziente.
Gli inquirenti stanno verificando se le condizioni del luogo dove è stata operata fossero a norma e stanno analizzando le cartelle cliniche della donna per ricostruire il suo percorso clinico.
Cos’è la sepsi? E come si manifesta?

La sepsi
La sepsi è una grave complicazione di un’infezione, caratterizzata da una risposta infiammatoria eccessiva dell’organismo che può danneggiare tessuti e organi, compromettendone il funzionamento.
Le cause
Le principali cause della sepsi includono:
Infezioni batteriche (più comuni)
Raramente, infezioni virali o fungine
Polmonite e altre infezioni respiratorie
Infezioni del tratto urinario
Infezioni della pelle o di ferite
Infezioni addominali
La sepsi si verifica quando i microrganismi responsabili dell’infezione passano nel sangue, diffondendosi in tutto l’organismo.
I sintomi
I sintomi principali della sepsi comprendono: febbre elevata o ipotermia; tachicardia; tachipnea; ipotensione; oliguria (ridotta produzione di urina); stato confusionale.
Lo shock settico
La sepsi può evolvere in due stadi principali: sepsi, cioè la risposta infiammatoria sistemica all’infezione con disfunzione d’organo e lo shock settico. Si tratta di uno stadio più grave caratterizzato da ipotensione persistente; ipoperfusione tissutale; possibile insufficienza multiorgano (polmoni, reni, fegato).
Senza un trattamento tempestivo, la sepsi può rapidamente progredire verso lo shock settico, una condizione potenzialmente letale con un tasso di mortalità che può raggiungere il 50%.
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Fondamentale il riconoscimento precoce dei sintomi
La chiave per prevenire le complicazioni gravi della sepsi è il riconoscimento precoce dei sintomi e l’inizio immediato di un trattamento adeguato, che include terapia antibiotica mirata, supporto emodinamico e, se necessario, interventi chirurgici per rimuovere il focolaio infettivo.
Come si interviene
Il trattamento della sepsi richiede un intervento tempestivo e mirato. I trattamenti più efficaci includono:
Terapia antibiotica: somministrazione immediata di antibiotici ad ampio spettro per via endovenosa, idealmente entro un’ora dalla diagnosi.
Successiva terapia antibiotica mirata una volta identificato il patogeno responsabile.
Ripristino della perfusione: somministrazione di liquidi per via endovenosa (cristalloidi isotonici bilanciati). Obiettivo: almeno 30 mL/kg nelle prime 4-6 ore
Monitoraggio della saturazione venosa centrale di ossigeno (ScvO2) e della clearance del lattato.
Supporto emodinamico: utilizzo di vasopressori se necessario, con noradrenalina come farmaco di prima scelta.
Monitoraggio frequente di parametri come pressione venosa centrale, emogasanalisi, glicemia, elettroliti
Supporto respiratorio: somministrazione di ossigeno
Ventilazione meccanica se necessario.
Controllo della fonte di infezione: identificazione e rimozione del focolaio infettivo (es. drenaggio di ascessi, rimozione di tessuti infetti).
Altre misure di supporto: corticosteroidi in casi selezionati; controllo glicemico con insulina; supporto della funzione renale, inclusa dialisi se necessario.
L’efficacia del trattamento dipende dalla rapidità di intervento, dall’adeguatezza della terapia antibiotica e dal ripristino della perfusione tissutale. Il monitoraggio continuo e l’adattamento della terapia sono fondamentali per migliorare l’esito del paziente con sepsi.